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Trovare lavoro: l’errore da non commettere più diffuso dal 2020 in poi

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Vengo dritto al punto. Se vuoi trovare lavoro, se stai cercando l’impiego dei tuoi sogni, c’è un errore che vedo aumentare in modo preoccupante circa dal 2020 in poi, probabilmente per l’aumento della diffidenza delle persone e per l’aumento dei tentativi di vendere di talune imprese conseguenti alla crisi, decisamente troppo aggressive.

No, non è quello di cercare lavoro a casaccio, di contattare a tutti, di proporsi per qualsiasi offerta disponibile anziché focalizzarsi ed agire in modo metodico e mirato (sono tutti errori molto gravi).

Il vero problema è che sempre più persone attivano un vero auto-sabotaggio dopo aver mandato il proprio CV perché, incredibilmente:

  • non verificano il proprio contatto email e telefonico sul CV
  • non inseriscono il link al proprio profilo LinkedIn (se ne hanno uno) oppure non lo controllano maoi
  • non controllano con frequenza le email, perché sono abituati ormai ad utilizzare WhatsApp o Telegram per qualsiasi cosa
  • non rispondono ai numeri di telefono di sconosciuti, assillati dalle varie offerte commerciali e dai vari call centre
  • …. e poi si lamentano che nessuno li contatta e che sono disoccupati.

Sì, forse sei a bocca aperta per quello che ti sto scrivendo ma è tutto vero. A me succede spesso e ti posso assicurare che su LinkedIn è pieno di persone che supportano questo modo di pensare e di fare, ritenendo che siano i recruiter a doversi adattare.

Se è vero che il mondo del lavoro è uno scambio tra domanda ed offerta di competenze e stipendi, rimane pur vero che i recruiter di qualsiasi tipo (imprese o agenzie) hanno sempre il coltello dalla parte del manico. Supportare modi di pensare secondo cui sono loro a doversi dare da fare per trovarti è una pura follia.

Se vuoi ottenere il tuo prossimo lavoro sei tu che devi abbattere ogni possibile barriera di contatto tra te e chi ti seleziona.

Certo, ci sono delle opzioni come l’invio di email massivo o l’utilizzo di Calendly e simili app per consentire ai candidati di fissare il proprio colloquio secondo le rispettive disponibilità ma non va sempre bene a tutti e, soprattutto, sono le imprese che vogliono testare la tua motivazione ed interesse e sono loro che fanno i colloqui quando loro hanno bisogno di personale come te, non tu che vai a colloqui quando ti vien voglia di lavorare.

Un esempio drastico l’ho avuto con Flavia, uno dei miei migliori studenti. Flavia era reduce da alcuni Master sull’orlo della truffa professionale ed era finita a lavorare come tecnico analista nelle piattaforme oceaniche di estrazione del petrolio, in taluni casi anche lontanissime dalla costa, con il problema – che probabilmente avrai già intuito – della difficoltà ad accedere ad internet ed alla linea telefonica. Lei rappresentava uno dei casi più estremi che ho affrontato ma non è l’unico: ovviamente il mio CV ha iniziato a funzionare sin da subito e con altrettanta velocità si è presentato il problema di Flavia di sostenere i colloqui sia dal vivo e sia in videoconferenza. Il mio consiglio, poi messo nella pratica, è stato quello di adottare un comportamento a metà tra l’onestà intellettuale e la massima collaborazione possibile: un metodo che includeva una spiegazione chiara della difficoltà tecnica e la piena disponibilità a trovare soluzioni alternative come realizzare dei video-CV o rispondere alle domande dei recruiter in differita data la sua impossibilità tecnica a sostenere i video-colloqui in tempo reale.

Flavia è riuscita a rifarsi una vita, a cambiare professione ed a passare dal lavoro in alto mare (in tutti i sensi) ad uno sulla terra ferma, più vicino ai suoi affetti ed amici, riuscendo così a rifarsi quella vita sociale che le era negata col lavoro precedente.

Tu cosa vuoi fare, vuoi ignorare il telefono perché potrebbe essere un call centre che ti vuole vendere un abbonamento telefonico o vuoi cogliere ogni opportunità che ti si presenta per migliorare la tua vita?

Se la risposta è “la prima opzione”, devo constatare che ho fallito nell’aiutarti. Se è la seconda, allora ripensa a tutte le occasioni in cui hai dimostrato indolenza, pigrizia o hai messo barriere tra te e le opportunità.

Ricorda: ogni colloquio è un’occasione di pratica, devi sempre dare il meglio di te ed avere una sovrabbondanza di offerte di lavoro così da poter scegliere ciò che ritieni meglio per te anziché prendere la prima occasione che ti capita e restare vulnerable e ricattabile!

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