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Come battere gli ATS con il tuo Curriculum

Tabella dei Contenuti

  • Come fanno le grandi imprese a tracciare e filtrare un elevato numero di CV?
  • Che cosa sono gli ATS?
  • Cosa impedisce al mio CV di raggiungere il recruiter?

Se stai cercando lavoro (o se mi segui da un po’) è probabile che tu abbia già sentito parlare di ATS e di come sia importante inserire alcune parole chiave (o keywords) nel tuo CV, pena il fatto di essere completamente ignorati e di non riuscire nemmeno ad accedere a colloquio.

Ora, tutto questo è vero: soprattutto le grandi imprese da Ferrari a Barilla (solo per fare alcuni nomi), che ricevono migliaia di candidature per ogni singola posizione aperta, si avvalgono di software specifici sempre più sofisticati per tracciare e gestire le candidature in arrivo.

Mentre tu ed io ci confrontiamo sul lavoro in Italia, là fuori c’è chi sviluppa l’intelligenza artificiale per filtrare e scremare i CV in arrivo, in modo da fornire alle imprese e dunque ai recruiter esattamente ciò di cui hanno bisogno grazie all’intelligenza artificiale ed al machine learning.

Inoltre, sono sempre più diffusi i ChatBot che sostituiscono (almeno in parte) i recruiter. Sì, hai letto bene. Si tratta di robot virtuali dotati di intelligenza artificiale e di fattezze umane grazie alla computer grafica di ultima generazione: un esempio è dato dal robot virtuale russo dal nome Vera (nella foto qui accanto), in grado di pre-colloquiare i candidati e di analizzare le loro risposte.

Tutto questo porta ad un’unica conclusione: sebbene i ChatBot da noi siano ancora poco usati per via della composizione del nostro mercato interno (poche grandissime imprese e tante PMI), emerge chiaramente la necessità di dover impattare e riuscire a superare sia i filtri umani (i recruiter), sia quelli digitali (gli ATS).

Quindi, come posso battere un ATS?

Ecco i 7 punti fondamentali che ti aiutano in questo percorso.

  1. Assenza di errori di scrittura – Potrà sembrarti banale ma rileggere con attenzione il tuo CV ed utilizzare il correttore di Word è uno dei punti fondamentali. Molto spesso, quando svolgo selezioni del personale o riscrivo i CV dei miei studenti, trovo numerose sviste ed errori tra cui indirizzi email e numeri di telefono sbagliati ed errori di battitura non corretti. Questi, oltre a fare una pessima impressione nel lettore, possono di fatto far scartare il tuo CV: se io sto cercando un coordinare di persone e tu scrivi nel tuo CV la parola “managment” anziché “management”, il software potrebbe non trovare quella tua competenza e scartarti. Ma attenzione a non affidarsi solo al correttore di Word! Infatti in italiano è pieno di parole che hanno senso e che sono simili a quello che vorremmo usare: bastano delle lettere invertite o mancanti in una parola per causarti problemi e queste non sempre vengono segnalate. La stessa parola “invertite” può dare origine ad “invetrite” (da vetro) semplicemente scambiando l’ordine di due lettere ma per Word “invetrite” è una parola corretta!
  2. Evita acronimi, abbreviazioni e sigle – Il motivo è lo stesso di prima. Se io cerco uno specialista in Sales & Marketing e tu candidato mi scrivi nel CV solo “S&M”, il software ATS difficilmente sarà in grado di rilevare le parole richieste anche se sono comunemente utilizzate nel settore. Quello che puoi fare eventualmente è usarle solo dopo che hai già usato la parola chiave per esteso nel tuo CV, in cui tu debba risparmiare spazio, ma comunque non è raccomandato. Questo ovviamente non vale per tutti i settori, perché per esempio nel mio mondo – quello delle risorse umane – le lettere HR (human resources) sono sempre presenti e ben note.
  3. Utilizza i sinonimi e le versioni in inglese – Per rendere più indicizzabile il tuo CV, puoi disseminare le parole chiave in diverse parti del tuo curriculum vitae, in particolare nel cappello introduttivo, nell’elenco delle competenze e nella descrizione dei lavori svolti. Nel mio caso, quello delle Risorse Umane, si può usare “organico“, (amministrazione del) “personale“, “capitale umano“, così come le sigle HR, RU e le varie traduzioni dei termini in inglese. Infatti, non sappiamo in anticipo che parole esatte cercherà il recruiter tramite il software ATS e dobbiamo cercare di utilizzare un range sufficientemente ampio da mantenere un’elevata leggibilità del CV ed una sua indicizzazione informatica sufficientemente ampia tramite parole chiave.
    A tal riguardo, qualche furbetto aveva provato a sfruttare lo spazio in calce del CV per riempirlo con delle parole chiave scritte in bianco, così da renderle invisibili all’occhio umano (bianco su sfondo bianco) ma leggibili per i software. Questo escamotage è stato smascherato da tempo e diventa un fattore detraente anziché agevolante. Inoltre, se il CV è scritto bene, non c’è nessun motivo per ricorrere a simili elementi poco trasparenti ed onesti.
  4. Utilizza i sinonimi e le versioni in inglese – Per rendere più indicizzabile il tuo CV, puoi disseminare le parole chiave in diverse parti del tuo curriculum vitae, in particolare nel cappello introduttivo, nell’elenco delle competenze e nella descrizione dei lavori svolti. Nel mio caso, quello delle Risorse Umane, si può usare “organico“, (amministrazione del) “personale“, “capitale umano“, così come le sigle HR, RU e le varie traduzioni dei termini in inglese. Infatti, non sappiamo in anticipo che parole esatte cercherà il recruiter tramite il software ATS e dobbiamo cercare di utilizzare un range sufficientemente ampio da mantenere un’elevata leggibilità del CV ed una sua indicizzazione informatica sufficientemente ampia tramite parole chiave.
    A tal riguardo, qualche furbetto aveva provato a sfruttare lo spazio in calce del CV (quello dove c’è il numero di pagina, per intenderci) per riempirlo con delle parole chiave scritte in bianco, così da renderle invisibili all’occhio umano (bianco su sfondo bianco) ma leggibili per i software. Questo escamotage è stato smascherato da tempo e diventa un fattore detraente anziché agevolante. Inoltre, se il CV è scritto bene, non c’è nessun motivo per ricorrere a simili elementi poco trasparenti ed onesti.
  5. Usa (con moderazione) i siti dedicati – Ci sono tanti siti online che forniscono una sorta di check gratuito di compatibilità con gli ATS. Questa è un po’ una presunzione e spesso sono delle trappole per stimolare il senso di inadeguatezza del lavoratore e fargli scucire un bel po’ di soldini senza di fatto risolvere alcun problema. Tuttavia, usarli come spunto di riflessione e poi ragionare con la propria testa può essere un utile esercizio.
  6. Cambia modello, se richiesto: usa l’Europass – Sì, lo so: detto da me sembra quasi di cedere al lato oscuro del curriculum vitae! Non smetterò mai di denigrare i template precostruiti ed il formato Europeo o Europass per la sua straordinaria capacità di ingabbiare e limitare l’espressione del potenziale individuale. Tuttavia, se alcuni Enti pubblici ed imprese retrograde lo richiedono perché hanno degli ATS che sono tarati su quel formato, allora quello dovrai usare. L’unica cosa che potrai fare sarà travasare i tuoi contenuti dal tuo CV vincente fatto con il mio metodo, così che il tuo CV emerga comunque per i contenuti e per le parole chiave.
  7. Fatti notare! – Un errore comune a molte persone è quello di fermarsi dopo il semplice invio del CV e talvolta, in effetti, i filtri aziendali fatti da personale introvabile e segretarie che ancora un po’ non rispondono nemmeno ai clienti e fornitori rendono davvero difficile parlare con i responsabili della selezione del personale. Tuttavia, questo è un errore: se un lavoro ti interessa davvero, alza la cornetta e/o apri LinkedIn e cerca di contattare il responsabile delle selezioni per dimostrare la tua motivazione e per assicurarti che la posizione sia ancora aperta (è a metà tra una scusa banale ed un saggio accorgimento, perché a volte capita che ci siano annunci per posizioni già chiuse).

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