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Quando rispondere ad un annuncio di lavoro

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La pietra fondante del metodo di Curriculum Vincente è quella di puntare sulla qualità e non sulla quantità.
Da sempre ti dico che i miei CV ti aiutano ad avere più interviste con meno invii ed ora affrontiamo direttamente il problema di quando candidarsi per un annuncio di lavoro per ottenere di più facendo meno, ma in modo giusto.

Togliamo innanzitutto il caso già trattato e spiegato degli applicatori seriali, quelli che inviano un unico CV in risposta a QUALUNQUE annuncio di lavoro nella speranza che qualcuno li noti e gli offra un lavoro: se mi segui so che tu non sei uno di loro.

Quando cerchi lavoro in risposta agli annunci, devi tenere conto di una linea guida generale composta da 4 aree principali, ben esposte nel seguente schema:

  • motivazione
  • competenze
  • qualifiche
  • compatibilità

Non solo devi essere già in grado di fare il lavoro richiesto, ma devi volerlo fare davvero e vederti lì o sino alla fine del progetto, o per anni: per questo è importante anche la compatibilità a livello personale tra te e l’azienda (se ti è dato sapere chi è che assume) oltre che, chiaramente, a trovare conveniente la proposta economica.
Ma questo non basta, perché per certi lavori possono essere richiesti qualifiche e titoli di studio: non sempre è la laurea, ma a volte sono requisiti unici e particolari.

Normalmente trovi tutte le informazioni nel così detto Job Profile (la versione sintetica della Job Description), che è normalmente chiamato “annuncio di lavoro“.
Questo “sconosciuto” che sin troppi candidati non si degnano nemmeno di leggere (soprattutto su LinkedIN, dove le candidature a casaccio abbondano), contiene tutte le informazioni di cui hai bisogno per capire cosa un’azienda cerca.

Sì, a volte sono annunci interminabili con enormi blocchi di testo ed un’infinità di requisiti (o l’opposto con annunci troppo scarni che non dicono niente): sono annunci scritti male, spesso ma non necessariamente da aziende che non sanno bene cosa vogliono.
Altre volte la ricerca è altamente specifica per posizioni lavorative particolarmente complesse che non possono essere sintetizzate oltre un certo limite.

una distinzione essenziale tra requisiti e preferenze

Quando leggi un annuncio ben scritto, dovrai prestare attenzione a dividere ciò che è richiesto in due categorie: quella dei requisiti essenziali, ovvero tutto ciò che un candidato deve assolutamente avere per essere considerato, e quegli elementi non essenziali ma che per l’azienda costituiscono un valore aggiunto e portano a preferire un candidato rispetto ad un altro rispetto a parità di condizioni.

Se pensi che i requisiti richiesti siano impossibili da soddisfare, ricordati che le aziende descrivono il loro candidato ideale a livello teorico e poi scelgono nella pratica chi più ci si avvicina per competenze, requisiti ed atteggiamento mentale.

Come vanno intesi i requisiti?

Quelli che nell’annuncio sono definiti “requisiti essenziali” sono quasi dei dogmi assoluti ma con un certo margine di flessibilità.
Se per esempio una posizione richiede necessariamente il Francese e tu non lo parli, è inutile che ti candidi. Se invece richiede il livello C1 di Francese e tu sei ad un B2 avanzato, oppure richiede minimo 6 anni di esperienza e tu ne hai 5 ma molto intensi e puoi dimostrarlo, allora candidati.

Per i requisiti preferenziali, a volte sono elementi oggettivi come la Laurea o tratti personali che sta a te dimostrare in fase di candidatura.

In linea di massima dovresti candidarti solo se incontri almeno i 75% dei requisiti richiesti per avere delle ragionevoli prospettive di essere chiamato a colloquio e di superare le interviste, colmando il resto con un atteggiamento mentale positivo del tipo “sì, si può fare”, rivolto al problem-solving ed alla crescita personale.

Se infatti le competenze spesso sono date per scontate, a parità di condizioni quello che fa la differenza tra le persone è l’aspetto psicologico, e soprattutto quel mix di atteggiamento mentale positivo ed affinità culturale con l’azienda che assume che danno la percezione del potenziale positivo posseduto dal candidato.

risposta alla domanda:
ma la laurea serve per forza?

Dipende. Se vuoi fare il medico, il consulente legale in un’azienda o l’ingegnere etc. allora ti serve per forza la laurea idonea (e non solo). In altri casi, costituisce titolo preferenziale perché si parla di cultura e di istruzione. La laurea in filosofia è un esempio di titolo di studio associato ad un valore (es. problem solving, analisi, flessibilità mentale, ragionamento etc.) ma difficilmente è un requisito obbligatorio per una determinata posizione o carriera professionale.

Ancora, ho conosciuto eccellenti professionisti soprattutto nel settore della comunicazione, marketing e vendite o anche in ambiti affini all’ingegneria che operano con successo senza la laurea, forti di importanti esperienze sul campo e di tantissima formazione interna e costante aggiornamento professionale.

Ed è qui che entra in gioco la tua lettera di presentazione: serve per spiegare al recruiter o chi legge il tuo CV come soddisfi i requisiti indicati nell’annuncio di lavoro, già indirizzando l’attenzione del lettore sulle prove che tu fornisci.
Normalmente va usata “in attacco” per indirizzare l’attenzione ed aiutare anche un non-tecnico a leggere e comprendere il tuo CV, in alcuni casi va usata anche in difesa per spiegare modi alternativi e non convenzionali con cui soddisfi i requisiti, ad esempio perché non hai una laurea ma hai 15 anni di esperienza nel ruolo e formazione interna oppure perché non hai mai ufficialmente lavorato nel settore specifico ma è il tuo grande hobby che coltivi in parallelo da sempre, o perché era il lavoro/hobby di uno dei tuoi genitori che tu hai appreso di conseguenza.

Un ultimo consiglio. Se vedi che regolarmente non riesci a soddisfare più del 50% delle posizioni a cui ti candidi, dovresti riflettere se stai mirando nella direzione giusta o se, per raggiungere i tuoi obiettivi, ti mancano ancora delle competenze.

Curriculum Vincente è un metodo che esalta il valore delle persone ma non racconta balle per colmare dei vuoti professionali nei candidati: in tal caso potrebbe servirti una pausa dal lavoro per formarti ed aggiornarti, in modo da recuperare in competitività sul mercato del lavoro.
Solo così potrai essere tu ad avere il controllo di quando candidarsi per un annuncio di lavoro.

Dubbi? Domande? Contattami.

Mattia Loy
ilcurriculumvincente@gmail.com

 

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